
La sindrome da burnout è stata analizzata e studiata per la prima volta negli anni '70 dallo psichiatra tedesco-americano Herbert Freudenberger. Nel 1974, Freudenberger utilizzò per la prima volta il termine "burnout" per descrivere il processo di esaurimento fisico e mentale che colpiva i professionisti che lavoravano in ambienti altamente stressanti, come gli operatori sanitari e i volontari.Freudenberger osservò che queste persone, dopo un periodo di intensa dedizione al loro lavoro, sviluppavano sintomi di stanchezza cronica, cinismo e distacco emotivo. La sindrome si manifestava anche con un calo delle performance professionali e una sensazione di impotenza.
Negli anni successivi, la ricerca sulla sindrome del burnout è stata ampliata da altri studiosi, tra cui la psicologa statunitense Christina Maslach, che ha contribuito in modo significativo alla sua definizione. Nel 1981, Maslach ha sviluppato una scala di misurazione, la Maslach Burnout Inventory (MBI), che è ancora oggi uno degli strumenti più utilizzati per diagnosticare il burnout. La sindrome è ora riconosciuta come una condizione di stress cronico legato al lavoro, caratterizzata da tre componenti principali: esaurimento emotivo, cinismo (o distacco) e diminuzione dell'efficacia professionale.
In questi 50 anni abbiamo sentito parlare di burn out, in quasi ogni professione, ad ogni livello, dai livelli manageriali a quelli puramente esecutivi. Cosa accomuna chi soffre di burn out? Dove possiamo trovare la chiave per proteggerci, o guarirci, e tornare ad amare le nostre professioni, le nostre vite, i nostri compiti? Potremmo dilungarci in disquisizioni filosofiche riguardo il senso della vita, di quanto sia preziosa e di quanto vada vissuta e amata in nome di uno scopo piu elevato rispetto alla vita routinaria che ci si prospetta oggi giorno. E lo faremo, se vorrete. Ed e’ piu interessante di quanto si possa immaginare. Ma oggi vogliamo una soluzione, uno strumento, per contrastare, guarire, o meglio ancora, prevenire, il burn out, prima che bruci le nostre vite. Vero?
Andiamo quindi a parlare del responsabile primario della condizione di burn out: lo stress.
Lo stress e la risposta fisiologica del nostro corpo ad una minaccia ambientale. In tempi passati, quando la vita dell’ uomo era frequentemente sotto minaccia ambientale (animali selvaggi, attacchi violenti da altre tribu’, mancanza di ripari per la prole, ecc.) il meccanismo “fight or flyght” si attivava fisiologicamente per la sopravvivenza. Le piu comuni e da tutti conosciute reazioni del corpo sono: aumento pressione arteriosa, aumento produzione adrenalina, incremento battito cardiaco, vasocostrizione periferica (richiamo del sangue nella parte centrale del corpo, muscoli e cervello), incremento respirazione, riduzione salivazione, aumento sudorazione, diminuzione del glicogeno epatico e sua trasformazione in glucosio pronto per i muscoli, e molti altre risposte fisiologiche che andremo ad approfondire. Molto di quanto avete appena letto, ascoltato vi suona familiare vero?
Una risposta ad una minaccia ambientale, e’ diventata oggi uno stato, una condizione in cui spesso viviamo per lunghi periodi, senza rendercene conto, senza dare al nostro corpo la possibilita’ di ristabilirsi, di tornare ad una condizione di equilibrio. Non distinguiamo piu l'inizio o l'entita di una minaccia dalla sua fine. E il nostro corpo e cosi sempre in stato di allerta, in continua produzione di ormoni dello stress, che fatica a smaltire.
In una condizione ottimale la risposta fisiologica si articolerebbe in 3 fasi:
- fase 1 di allarme: il sistema nervoso autonomo viene attivato immediatamente dalle catecolamine;
- fase 2 di resistenza/adattamento: produzione neuroendocrina e glococorticoidi (cortisolo)
- fase 3 di esaurimento: scarico e ritorno ad una fase “post allarme”
Non tutti gli stimoli ambientali sono fattori di stress, tra gli stimoli psicosociali, fisici e biologici c'e che li accomuna e' l'attivazione emozionale. Cio' che cambia e' quindi la percezione del soggetto. Al di la' di alcune nozioni psicobiologiche, quel che ci interessa maggiormente e' trovare delle strategie di risoluzione, per far si che gli effetti dello stress sul nostro essere (mente e corpo) non si protraggano a lungo facendoci così sperimentare la sindrome di burn out.
L'approccio che qui io propongo ha un solo limite, se cosi pensate di definirlo: richiede impegno, costanza e amore per la vita. La vita soddisfacente, la vita piena e, a sprazzi felice. Una vita di benessere. Richiede di essere disposti a piccoli passi verso nuove abitudini, ognuno con il proprio ritmo. Troviamo il tuo ed io ti affianchero'.
Quali sono i tuoi stressor?
Una relazione? Il tuo posto di lavoro? La famiglia? Lo studio? La vita all'estero? Difficoltà finanziarie? Cosa d'altro?
Attraverso un ascolto attivo individueremo i fattori che stanno rendendo la vita difficile da godere e da li partiremo per un nuovo percorso di consapevolezza e alleggerimento dei pesi piu' importanti. L'elaborazione di un protocollo di strategie per la gestione dello stress prevede un approccio olistico, dove la persona e' al centro. Non tutte le tattiche elencate vanno bene per tutti. Inutile e dannoso proporre obiettivi di cambio abitudini troppo radicali o lontane dalla prospettiva attuale. Solo un passo alla volta attuera' la trasformazione, e lungo il percorso nuove strategie verranno scoperte e messe in atto. holistic approach, placing you at the center. Not every tactic suits everyone. Unrealistic or extreme changes are not only ineffective—they can be harmful. Real transformation happens one step at a time, and new strategies will naturally emerge along the way. A Toolkit for Healing Burnout
la prima strategia, forse la piu' elementare, e per questo la piu' sottovalutata, e' il respiro. Dalle tradizioni yogi, che hanno fatto del respiro una vera e propria cura, iniziamo il percorso con il BREATH WORK, partendo con il Box Breathing o Sama Vritti Pranayama. Una respirazione che prevede la stessa lunghezza di insipirazione ed espirazione, con trattenimento a pieno e a vuoto: inspira in 4, trattieni a pieno in 4, espira in 4, trattieni a vuoto in 4. Ripetendo il ciclo per qualche minuto. Questa respirazione abbassa notevolmente i livelli di stress se fatta costantemente o al bisogno. Abbassa i livelli di cortisolo e aiuta inoltre a regolare la pressione sanguigna attivando il sistema PARASIMPATICO. Il nostro sistema nervoso non e' qualcosa di fisso e immutabile, ma cambia, e' connotato da plasticita'. Significa che e' in grado di stabilire nuove connessioni neurali a seguito di cambiamenti di abitudini. In questo modo stiamo insegnando al nostro sistema nervoso come reagire alle situazioni di stress.
Forest Therapy, l'intento di questa terapia e' quello di mettere nuovamente in contatto le persone con la natura, nel momento presente qui e ora, in una modalita' profonda. La vista, i suoni, gli odori della foresta ci portano nel qui e ora, il nostro cervello in ascolto di tutti i sensi, smette il rimuginio, il continuo recall, l'anticipazione, la pianificazione. E in questo modo si ristora. Immaginate una pioggia leggera idratante sulle foglie di orchidea: rigenerante, ristoratrice.
Yoga Nidra. Tra i problemi piu frequenti e piu' trascurati, c'e' la mancanza di sonno o il sonno agitato, con frequenti risvegli, privo della sua naturale componente ristoratrice. In una routine improntata sulla performance, o banalmente in una vita dedicata agli altri, o ancora, in una professione che ci vede lavorare di notte con conseguente difficolta' a ripristinare i ritmi circadiani, la sindrome di burn out e' causa e conseguenza. Spesso in alcuni momenti della vita, attraversando cambiamenti ormonali, il sonno ne risente, e trascorriamo anni a dormire poco e/o male, pensando sia normale. No, non lo e'. Ed e' uno dei fattori di rischio di diverse patologie legate al sistema nervoso e cardiocircolatorio. Lo yoga Nidra (sonno Yogico) ci offre la possibilita di un'attivazione del sistema parasimpatico e di un profondo rilassamento. E' un modo inoltre, per riconneterci con il nostro corpo, in maniera consapevole e profonda. Con lo yoga Nidra stimoliamo quei centri nervosi responsabili dell'armonia tra noi e l'ambiente. A livello fisiologico sviluppa una visione distaccata, una maturita' ed un controllo delle reazioni emotive e delle risposte autonome. Consapevolezza percettiva e controllo emotivo. Che non significa repressione delle emozioni. L'efficiacia, dimostrata, e' subordinata ad una pratica costante.
Utilizzo di sali di Epson (localita' inglese vicino Londra dal quale proviene). Sembra sale da tavola ma non lo e', risulta amaro e non e' adatto ad un consumo alimentare. Ma, dissolto in acqua calda allevia stress e fatica muscolare. Magnesio e solfato si dissolvono nell'acqua calda e vengono assorbite dal corpo attraverso la pelle. E' di grande aiuto per i dolori muscolari, le contratture e le infiammazioni. Oltre alla componente minerale, ossia il magnesio che assorbito favorisce il miorilassamento, i sali di Epson ci danno la possibilita' di dedicare del tempo a noi, in uno spazio dove ci prendiamo cura del nostro corpo e della nostra mente.
Stimolazione del nervo vago e attivazione del sistema parasimpatico. Come gia' ampiamente affermato, il nostro sistema parasimpatico deve essere oggetto delle nostre cure e attenzioni. Dobbiamo imparare a conoscere cos'e e come si attiva, e soprattutto quali benefici ci puo' regalare. Innanzitutto, il nervo vago e' il piu' lungo nervo presente nel corpo umano, parte dal midollo allungato e percorre tutto il corpo, dirigendosi verso alcuni organi per regolarne le funzioni, tra cui la frequenza cardiaca, la digestione, la respirazione. Attivita' involontarie del nostro corpo che non possiamo controllare. Il nervo vago si attiva nei momenti di riposo assicurando un corretto funzionamento degli organi. Quando il nervo vago e' infiammato, ci saranno quindi delle alterazioni di queste funzioni, e potremmo fare esperienza di sintomi quali, nausea, tachicardia, vertigini. Yoga, respirazione pranayama, meditazione, tai chi, immersioni nella natura sono tutte attivita' essenziali a mantenere il nervo vago in buona salute.
Integratori adattogeni. Benche' ritenga che seguendo uno stile di vita semplice, che dedica anche pochi minuti al giorno, ad attivita' fisica, repsirazione o meditazione e corretta alimentazione, non servano particolari integrazioni; in alcuni momenti della nostra vita puo' esserci di aiuto un rinforzo. Inutile se continueremo a perseverare nelle cattive abitudini, molto utile in un percorso di cambiamento verso uno stile di vita piu ragionevole. Gli adattogeni sono un gruppo di piante e/o erbe che posso aiutare nella riduzione dello stress. Lo fanno incrementando la nostra resistenza, aiutando il nostro sistema immunitario a rafforzarsi ed a tollerare situazioni tensive senza farsene affliggere. Possono inoltre aiutare nella diminuzione dei livelli di cortisolo, l'ormone che viene rilasciato dal nostro corpo durante situazioni di stress. Meno cortisolo, meno stress, e viceversa. Ecco un elenco dei principali, piu' noti e studiati:
- Ashwagandha, nota anche come ginseng indiano, e' un ottimo tonico del corpo e dello spirito, le vengono riconosciute diverse proprieta' tra cui la riduzione del cortisolo, riduzione del senso di fame di carboidrati, riduzione dei livelli infiammatori.
- Bacopa monniera, nota anche come issopo d'acqua o centella asiatica, puo' contribuire alla riduzione degli stati ansiosi, e' un grande stimolante degli enzimi che producono i naturali antiossidanti presenti nel nostro corpo.
- Panax Ginseng, valido per ridurre i livelli di glucosio nel sangue (altra condizione relativa ad uno stress prolungato).
- Rhodiola Rosea, indicata per aumentare l'energia e contrastare stati di fatica cronica.
- Schisandra Chinesis: utilizzata in medicina cinese, anche essa lavora sui livelli di glucosio nel sangue e cortisolo.
- Eleuterococco, e' un grande supporto per il nostro sistema immunitario, allevia la fatica fisica e e' inoltre un ottimo tonico mentale.
Gli integratori adattogeni non sono la soluzione a tutto. Sono di grande aiuto , possono avere effetti collaterali, inoltre se non sono accompagnati da un cambio nel tuo stile di vita, serviranno a poco. Consulta il tuo medico o il farmacista prima di assumerli.
Fissa dei limiti. Molte persone, specialmente nelle professioni di aiuto, non sanno come trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata. Metti dei limiti: al lavoro, nella tua vita di relazione, nella tua vita sociale. Impara a dire di no, individua le tue priorita´e portale a compimento senza sensi di colpa. Voler fare tutto per tutti non funziona, ne risentirai, e non sarai piu´in grado di fare nulla per te stessa, e di conseguenza poi per nessun altro.
Costruisci nuove abitudini di vita basate su questi consigli appena citati, imposta una routine il piu´verosimile possibile, non impostare grandi cambiamenti, fallirai. Un passo, anche piccolo, nella giusta direzione, sara´un passo in piu’´verso una condizione di benessere di cui non vorrai piu´fare a meno.

Ognuno di noi, in momenti e modi diversi della vita, porta con sé domande che hanno bisogno di spazio e attenzione. Il percorso di counseling inizia proprio da qui: dal permesso che ci diamo di ascoltare e di essere ascoltati, da un incontro che rispetta l’unicità di ogni storia. È un tema su cui torneremo, data la sua rilevanza e profondità. Sebbene si parli spesso di burnout, troppo raramente viene affrontato con una cura reale e duratura.
g.l.
